La produzione alimentare si differenzia sostanzialmente i 4 grandi gruppi nel settore primario che a loro volta si evolvono nel settore secondario che a loro volta si sviluppano nel terziario.
Sotto tramite grafico indichiamo la filiera dalla produzione alla rivendita dell’alimento:
Ovviamente ad ogni passaggio si avranno delle perdite e degli sprechi dovuti al normale deterioramento degli alimenti e alla cattiva gestione delle materie prime.
Per portare esempi pratici, solo in Italia ogni famiglia butta 36 kg di cibo lìanno a componente, l’equivalente medio di 200€ a persona.
Se si moltiplica per i componenti medi di una famiglia si può arrivare ad uno spreco dai 600€ ai 1000€ procapite all’anno. Lo spreco alimentare nelle famiglie costa 12 miliardi di € annui, l’equivalente di una manovra finanziaria.
I dati peggiorano quando si prendono in esame le attività di ristorazione e i supermercati:
SECONDO ALCUNI ANALISTI LO SPRECO DI CIBO AUMENTERA’ DEL 65% NEL 2030
Se consideriamo i dati appena riportati si potrebbe pensare che ci sia cibo a sufficienza per tutti e che chi in possesso delle risorse goda di ottima salute, ma la verità è ben lontana infatti come si evince dai dati, i popoli che hanno più risorse sono quelli con più problemi legati a patologie alimentari; Si pensi agli Stati Uniti ad esempio.
Questa sovrapproduzione di cibo porta a un abbassamento della qualità del cibo che arriva sulla nostra tavola causato da uno scorretto processo di stoccaggio degli alimenti.
2,7 MILIARDI DI PERSONE SOFFRONO :
- Cattiva alimentazione che porta a obesità, diabete, patologie cardiovascolari.
- Malattie gravi riconducibili all’ossidazione del cibo (si pensa che molti tumori derivino da esso).
- Malnutrizione, obesità, carenze vitaminiche oppure carenza di cibo.
- Intossicazioni alimentari dovute alla cattiva conservazione(si pensi al pesce crudo).
Nel prossimo capitolo analizzeremo le conseguenze dello spreco alimentare.